StORIE DI IMPRESA

Fedrigoni sfonda 1 miliardo di ricavi e punta su vino e banconote

di Laura Cavestri

3' di lettura

Sfonda il miliardo di euro di fatturato e scommette in America, con un ampio ventaglio di offerta, che va dalle banconote alle etichette carta-plastica per il retail sino a quelle per il vino californiano.
Con oltre 2.700 dipendenti (1.700 solo in Italia), 13 stabilimenti – di cui 9 in Italia, 2 in Spagna e 2 in Brasile – Fedrigoni (che è anche l’unico produttore italiano di carta per banconote accreditato dalla Bce per la produzione della carta filigranata dell’euro) chiude un 2016 record.

I ricavi consolidati delle vendite sono stati pari a 1,054 miliardi di euro, in aumento di circa 77,7 milioni (pari al +7,9% rispetto ai 977 milioni registrati nel 2015), per effetto sia dall’aumento dei volumi di vendita, sia del consolidamento integrale delle società acquisite nel 2015, cioè Gpa (Gummed Papers of America, a Chicago) e la società brasiliana, oggi Fedrigoni Brasil Papeis Ltda.
A registrare i volumi maggiori è il segmento “Carta e Sicurezza”, che ha registrato un incremento del fatturato del 7,7%, passando da 680,5 milioni di euro del 2015 a 732,7 milioni del 2016. A seguire, il segmento “Converting”, che ha realizzato, nell’esercizio una crescita pari all’8,6%, da 296,5 milioni a 321,9 milioni di euro.

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Il fatturato lo si fa per il 70,1% sui mercati esteri (lo scorso anno era 66,6% del fatturato). L’Ebitda del Gruppo è stato pari a 140,8 milioni di euro (+16,7% rispetto al dato dell’esercizio 2015) . Il risultato netto è stato pari a 63,5 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto ai 57,8 milioni di euro registrati al 31 dicembre 2015. Mentre la posizione finanziaria netta – in significativa diminuzione al 31 dicembre 2016 – si è attestata a circa 129 milioni (rispetto ai 178,3 milioni del 2015). «Il 2016 – ha dichiarato il presidente Alessandro Fedrigoni – è stato l’anno in cui il Gruppo ha raggiunto e superato per la prima volta nella sua storia un miliardo di euro di fatturato, in crescita sia a perimetro costante che per effetto del consolidamento integrale delle due società acquisite in America e Brasile nel 2015».

Della quotazione– che nel 2014 sembrava a un passo e che aveva già avuto tutte le autorizzazioni previste dagli Enti vigilanti – per ora non si parla. Dall’azienda fanno chiaramente intendere che il dossier è per ora congelato «a tempo indeterminato».

Per ora ci si concentra sull’acquisizione – per 48 milioni – di Gpa in Usa, che si occuperà delle etichette speciali autoadesive, in particolare nel distretto industriale del food e del wine & spirits in California. Negli ultimi mesi sono stati aperti 2 nuovi impianti in California negli ultimi mesi: uno ad El Cerrito, a Los Angeles, (taglio bobine carta autoadesiva) per servire direttamente i produttori dell’industria conserviera e per i produttori di vino.
Quattro mesi fa, con il nuovo impianto a McCook, a Chicago, è stata incrementata la forza lavoro del 10% per la fornitura di etichette autoadesive e speciali destinate a tutti i principali settori (cosmetica, gourmet food, confezioni e gioielleria).

Ma ci si concentra anche sullo stabilimento di Pioraco, nel maceratese, che l’anno scorso è stato colpito dal terremoto e che produce tra le 70mila e le 80mila tonnellate all’anno di carta pregiata. Il crollo ha provocato danni per oltre 10 milioni e lasciato a casa 200 addetti. Dall’azienda assicurano: torneremo operativi entro il tardo autunno.

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