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Cultura

#editorsLab, il giornalismo che smonta le fake news ed è al servizio dei lettori

filo via Getty Images
filo via Getty Images 

Lo scorso febbraio su invito di Andrea Iannuzzi l'ho passato nei sotterranei di Repubblica. Proprio al "piano -1" di Largo Fochetti, dove ero stato invitato a partecipare alla giuria di "Editors Lab", un hackathon, e a tenere un breve intervento.

L'hackathon è normalmente una maratona di informatici, grafici e programmatori al lavoro intensamente, in competizione, per sfornare nuove idee. La particolarità dell'evento era a mio avviso sia nella composizione dei gruppi (un grafico, un programmatore, un giornalista), sia nelle finalità: immaginare nuove modalità di copertura del disaster reporting.

Così Andrea, che è il coordinatore del "Digital Lab" del Gruppo Espresso, ha invitato a gareggiare 11 team scelti tra le principali testate nazionali, alcuni portali d'informazione locale, società che lavorano sugli opendata e la social network analysis. La divisione digitale del Gruppo Espresso ha organizzato questa maratona assieme al Global Editors Network (Gen), una realtà che per me è stata una bella scoperta su come cambia il giornalismo con strategie davvero adatte al XXI secolo, e con il supporto del Google News Lab.

Quello che mi ha stupito è stato toccare con mano la collaborazione tra realtà concorrenti ma con una finalità che non è un semplice lavoro ma una vocazione: stare al servizio di chi legge o guarda, spiegare, interpretare. Più che in mille documenti di rivendicazione sindacale.

Il progetto premiato, a cui nella giuria internazionale ho dato il massimo dei voti, è quello deLa Stampa: "News Light", un semaforo che segnala su twitter le notizie vere, false, opache, o da verificare.

Le segnalazioni le potrà fare chiunque, le verifiche le faranno i redattori de La Stampa assumendosi una responsabilità che non potrà che aumentarne l'autorevolezza, visto che sotto i tweet comparirà lo stop o il via libera semaforico. Un progetto che sarà messo a punto per andare alla sessione finale del Gen a Vienna.

Le menzioni speciali le abbiamo assegnate a RaiNews e a la Repubblica. La squadra Rai ha presentato una company app con cui l'ufficio di desk dalla control room, in redazione, può geolocalizzare i giornalisti Rai e chattare con loro per capire se sono nelle vicinanze della località dove un disastro o un attentato e coordinarsi con loro.

Tutto via chat e messaggi così da non consumare neanche le batterie del telefono. Immaginate la stessa app per coordinare i volontari che devono intervenire in una zona o avvisare i residenti, la trovo semplice ma utilissima, in pratica un bell'esempio della vocazione di servizio pubblico, ed è stata premiata anche dal voto di tutti i team in gara.

L'altra menzione è stata per il team di Repubblica che ha immaginato di modificare l'homepage dell'app del quotidiano in base alla geolocalizzazione consentendo così ai residenti di un comune di ricevere subito, con notifiche, tutti gli aggiornamenti su quello che sta succedendo.

Infine mi piace segnalare il lavoro del Corriere della Sera, con un progetto per inviare messaggi audio, sempre geolocalizzati, per coprire degli eventi e lasicare una testimonianza in presa diretta. File da inviare sia con la rete di telefonia sia con il wi-fi. Ecco, fosse stata già realtà, forse la segnalazione dall'Hotel Rigopiano poteva essere immediatamente presa sul serio.

L'innovazione nelle aziende editoriali è spesso vissuta con allarme, come la "scusa" che porta gli amministratori a giustificare i licenziamenti, i progetti presentati hanno messo in campo le potenzialità di una super testata informativa, dove il "lievito" probabilmente è stato dato da due fattori: le specificità professionali di figure che normalmente lavorano su piani diversi senza incontrarsi mai, e gli stimoli offerti da una serie di storie, testimonianze, dati. Tutto materiale grezzo e non veline preconfezionate o comunicati stampa da pubblicare con il "copia e incolla".

L'effetto, che forse non era nelle intenzioni degli organizzatori e per me è ancora più bello, è stato immaginare le potenzialità dei diversi progetti a servizio sì di redazioni e lettori ma soprattutto, se applicate e strutturate, al servizio delle funzioni di protezione civile e allerta a tutela delle popolazioni.

Il mapping, la data analysis, l'individuazione immediata delle fonti per il giornalismo o la comunicazione pubblica stanno cambiando le emergenze. #editorslab oggi è contemporaneità al 100%. Combattere le fake news è possibile, è bello. Sta a noi giornalisti riscattare così la nostra credibilità.

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